martedì 10 febbraio 2009

SVILUPPARE LA CITTA' SIGNIFICA ENFATIZZARNE I LATI POSITIVI E MIGLIORARLA

Ho letto oggi l'intervento di Paolo Giacon sul Gazzettino in risposta al mio intervento di due giorni fà relativo alla mancanza di una piano architettonico/urbanistico
che tuteli le bellezze di Padova per renderle sempre più appetibili al turista ed al cittadino. Peculiarità artistiche ed architettonico/paesaggistiche e, soprattutto, relative alle nostre tradizioni culturali, culinarie, artigianali e commerciali.

Giacon nel rispondermi si abbarbica sul fatto che io ragionerei come un "nonno" e che la città è cambiata (...eh già!) e che deve "aprirsi all'esterno" e non "chiudersi in un micromondo dorato". Innanzitutto ringrazio per il complimento; se i giovani usassero maggiormente il buonsenso dei nostri nonni vivremmo certamente in un'Italia migliore!

Non voglio rubare troppo spazio quindi rispondo velocemente. Nessuno meglio di me, vista la mia professione e la mia costante presenza nelle maggiori capitali occidentali, sa cosa significa dare a Padova un volto ed un ruolo internazionale. Per questo abbiamo candidato la città a sede dell'Agenzia Europea per il Turismo, ente dell'U.E, e per questo stiamo lanciando proprio da Padova il progetto Cultura Viva sostenuto dalle massime Istituzioni Nazionali.

Caro Giacon, essere internazionali ed aperti non significa perpetrare "boiate architettoniche ed urbanistiche" con la presunzione di dare un volto "moderno" alla città. Queste scelte le fanno i piccoli centri periferici non città del taglio di Padova che Shakespeare stesso definì "Culla delle arti e delle scienze", e che Napoleone paragonò al "più bel salotto italiano a cielo aperto!".

Città come Parigi, Lione, Salisburgo, Monaco, e la stessa Londra, hanno avuto il coraggio di "riportare all'antico splendore" intere aree ricostruendo gli antichi palazzi demoliti, le illuminazioni con lampioni ottocenteschi, piazze arredate con pavimentazioni e panchine dal design originale dell'epoca in cui furono pensate. Arrivando anche a fare delle apposite edicole in stile consono alla storia delle rispettive città. Questo a Padova non succede. Per la modesta capacità degli amministratori che, probabilmente, il mondo lo hanno visitato poco e superficialmente.

Amministratori che, caro Giacon, si fanno riempire la testa di stupidaggini da architetti definiti "di grido", che io bandirei dal suolo italico, come quelli che stanno intervenendo su Padova. Ben vengano le grandi opere come l'Auditorium, la revisione del Foro Boario, ma che siano studiate in modo da rispettare Padova nel suo intimo essere di "culla delle arti". Solo in questo modo otterrà nuovamente il ruolo internazionale nel turismo e, soprattutto, potrà continuare ad essere l'amatissima casa di tutti noi padovani e dei milioni di turisti che la visitano proprio in virtù della sua antica bellezza.

Filippo Bruno di Tornaforte
Presidente di ViVi Padova!

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